Chi è affetto dalla malattia di Parkinson presenta un rischio accresciuto di manifestare cosiddetti disturbi del controllo degli impulsi: uno di questi è la mania del gioco, nella maggior parte dei casi inteso come gioco legato alla fortuna e finalizzato al lucro. Anche un interesse eccessivo per altre attività di gioco (ad es. giochi elettronici) può essere la spia di una problematica di dipendenza con ripercussioni analoghe. Il gioco d’azzardo implica però rischi più gravi, poiché oltre al danno per la psiche e per la cerchia sociale dei giocatori può comportare gravi conseguenze finanziarie.
Circa il 5 % delle persone con Parkinson denota un comportamento di gioco problematico: la frequenza è quindi dieci volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Vari studi hanno evidenziato possibili fattori di rischio supplementari oltre la malattia di Parkinson:
Cosa fare? Rivolgetevi al medico o neurologo curante. È sempre importante controllare e adeguare lo schema terapeutico, e se del caso adottare altri provvedimenti. Mediante una terapia psicologica si cerca di elaborare gli effetti della dipendenza sul parkinsoniano stesso e sul suo entourage. Dato che sovente le persone affette dalla mania del gioco d’azzardo trascurano molti altri interessi, nella terapia si integrano nuovamente queste attività.
Esistono misure preventive che possono ridurre il rischio di ricaduta. Alcuni ex giocatori riferiscono ad esempio di essersi organizzati in modo tale da disporre soltanto di un piccolo importo mensile, affidando la gestione delle finanze alla partner. Altri invece si sono fatti diffidare da tutti i casinò facilmente raggiungibili. Così non rischiano di fare altri danni.
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